venerdì 1 giugno 2012

La due passi Matildica


Vi chiederete cose centra la foto con la due passi matildica?
Beh la risposta è molto semplice, niente!
Però centra con la gara che ho disputato io. Pronti via e dopo neanche cinquanta metri mi si rompe la leva del cambio anteriore, morale tutta la gara con una bici come quella sopra, una "monocorona"...
Da subito sono stato preso dallo scoramento e ho pensato al ritiro. Poi dopo un km a passo d'uomo ho deciso che per non compromettere il Brevetto dell'Appennino, almeno il corto lo dovevo fare e ho cercato di inserirmi in un gruppetto che procedesse ad una velocità tale da riuscire a stare a ruota pedalando con il solo 34.

Purtroppo il mio morale è stato però subito rimesso a dura prova da un evento ben più grave a cui non si vorrebbe mai assistere. Nei pressi di Borzano, lungo un tratto veloce della provinciale, mi trovo davanti agli occhi una scena apocalittica. Almeno 10/15 ciclisti a terra, alcuni sull'asfalto, altri nel fosso. Bici e sangue dappertutto e purtroppo mi rendo conto che alcuni dei feriti sono anche in gravi condizioni.
L'istinto è quello di fermarsi, ma non potendo essere però di grande aiuto cerco la forza per proseguire, lì sarei stato solo di intralcio ai soccorritori...
I 4/5 chilometri subito dopo sinceramente non li ricordo, non so neanche da che località siamo passati. Continuavo a pedalare, ma tutto mi sembrava così stupido e vano. Ad un certo punto ho pensato di girare la bici e tornare indietro, ma poi l'egoismo che protegge il nostro io ha "fortunatamente" avuto il sopravvento e ho deciso di proseguire. Ho pensato che a me pedalare piace tanto e mi da tanta serenità, se fossi tornato a casa rischiavo di rompere "l'incantesimo" che mi lega alla mia bici ed alla bellissima fatica che mi fa provare e da lì ho cercato di resettare e sono ripartito!

Il resto della gara è stato all'inizio avvincente. Attendevo con ansia che la strada iniziasse a salire, in modo tale da poter sfruttare i rapporti a me congeniali, ma ogni volta che anche in un piccolo falsopiano si scendeva erano dolori.
Se poi non bastassero i poblemi meccanici, verso la fine della salita di Toano(mamma mia quanto è dura!!!) hanno iniziato a farsi sentire i primi crampi. Al cavolo chi dice che andare agili salva la gamba, o forse come in tutte le cose il troppo stroppia!
Beh, dopo Toano (dove mi fermo anche all'assistenza meccanica, invano) mi metto di buona lena e cerco di recuperare le posizioni perse con la sosta e onestamente fino a Sologno vado anche bene. In salita non mi tiene nessuno ed in discesa sembro Nibali...
I nodi però vengono al pettine all'imbocco della salita di Camola. Lì i crampi mi costringo a cinque minuti di sosta e stretching, dopo i quali riesco a ripartire e scollinare, ma le gambe ormai sono andate.
Dopo Castelnovo si scende, ma quando la velocità è tra i 40 e i 45 e bisognerebbe spingere, la mia menomazione meccanica si fa sentire e il mio ritmo è quasi ridicolo...
Vengo infatti ripreso da un bel gruppone con il quale attacco l'ultima salita di giornata. Anche qui, salendo durissimo per evitare i crampi, riesco a farmi valere e scollino con un paio di ragazzi grazie ai quali finisco la mia gara con anche un tempo ed una media decenti.
All'arrivo sono stanchissimo e mi stramaledico per non aver fatto il percorso corto, anche se in fondo in fondo nel mio piccolo mi sento felice per aver compiuto una quasi impresa!!!

La felicità però dura poco dato che mentre cerco di rifocillarmi un po', vengo a sapere che uno dei ragazzi coinvolti nell'incidente è in condizioni piuttosto serie.
A lui va il mio ultimo pensiero: FORZA ALBERTO!!!


Nessun commento: